La gestione dei rapporti di locazione, sfratto e comodato rappresenta un ambito fondamentale del Diritto Civile, perché coinvolge interessi primari come il diritto all’abitazione e la tutela della proprietà. Ogni contratto racchiude esigenze personali ed economiche che, se non gestite correttamente, possono sfociare in controversie più o meno complesse. Per questo, conoscere diritti, obblighi e strumenti di tutela previsti dalla legge è essenziale non solo per risolvere i conflitti, ma soprattutto per prevenirli.
Il fulcro del rapporto locatizio è il contratto di locazione, disciplinato dal Codice Civile e dalla L. 431/1998, che deve garantire un equilibrio tra le parti. Il locatore deve consegnare l’immobile in buono stato e assicurarne il pacifico godimento; il conduttore, dal canto suo, è tenuto a pagare regolarmente il canone e a utilizzare l’immobile secondo la diligenza del buon padre di famiglia. Quando questo equilibrio viene meno – per morosità anche di una sola mensilità, uso improprio dell’immobile o mancata manutenzione – può configurarsi un grave inadempimento. In tali casi, una diffida formale tempestiva è il primo passo per ripristinare la legalità ed evitare danni maggiori.
Quando il dialogo non è sufficiente, l’ordinamento mette a disposizione strumenti rapidi ed efficaci. Lo sfratto per morosità, previsto dall’art. 658 c.p.c., è una procedura sommaria che consente di ottenere in tempi relativamente brevi un’ordinanza di rilascio dell’immobile e un decreto ingiuntivo per i canoni non pagati. Il procedimento inizia con la notifica dell’intimazione e si sviluppa in un’unica udienza. Se l’inquilino non si oppone o non estingue la morosità, il giudice convalida lo sfratto e fissa la data di liberazione. In caso di opposizione, il giudizio prosegue come causa ordinaria, ma il locatore può comunque ottenere un’ordinanza provvisoria di rilascio se la morosità risulta documentata.
Diverso è il caso dello sfratto per finita locazione. Alla scadenza del contratto, se il locatore ha comunicato la disdetta nei termini (generalmente almeno sei mesi prima), il conduttore è tenuto a riconsegnare l’immobile. In caso contrario, il proprietario può avviare una procedura analoga a quella per morosità per ottenere un titolo esecutivo e procedere al rilascio forzato.
Molto diffuso è anche il comodato d’uso, con cui si concede gratuitamente un bene con l’obbligo di restituzione. Spesso utilizzato in ambito familiare, può diventare problematico quando il comodatario non libera l’immobile alla scadenza o alla richiesta del proprietario. In questi casi, la detenzione diventa senza titolo, consentendo al proprietario di chiedere giudizialmente la restituzione e un’indennità per il mancato godimento. La giurisprudenza distingue nettamente il comodato con termine da quello “precario”, in cui la restituzione può essere domandata in qualsiasi momento.
L’esperienza insegna che la miglior tutela è sempre quella preventiva. Stipulare contratti scritti e completi, registrarli presso l’Agenzia delle Entrate e documentare ogni comunicazione o pagamento non è una formalità: è il modo più efficace per rendere il rapporto certo, opponibile e difendibile in caso di contenzioso.
Navigare le complessità di locazioni, sfratti e comodati richiede competenza, tempestività e strategia. Un intervento legale precoce può risolvere una morosità prima che diventi cronica, accelerare i tempi di rilascio o gestire la fine di un comodato senza frizioni.
Lo Studio Legale Olivieri, con sedi a Roma e Avezzano, offre assistenza qualificata a proprietari e inquilini in ogni fase del rapporto, dalla redazione del contratto alla gestione delle criticità, fino alla tutela in sede giudiziale. Un approccio fondato su equilibrio, trasparenza ed efficacia.
✍️ Articolo a cura dell’Avv. Valerio Olivieri – Studio Legale Olivieri, Roma e Avezzano
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