Divorzio Giudiziale: Guida Completa alla Procedura

La procedura, i tempi e i diritti nel divorzio giudiziale alla luce della Riforma Cartabia.

Il divorzio giudiziale rappresenta la soluzione legale per chi intende sciogliere il matrimonio in assenza del consenso dell’altro coniuge. Questo iter si rende necessario quando non è possibile raggiungere un accordo sulle condizioni di natura economica, patrimoniale o legate all’affidamento dei figli.

In questa guida aggiornata, lo Studio Legale Olivieri ti accompagna attraverso il funzionamento, le tempistiche e gli aspetti fondamentali del divorzio giudiziale, alla luce delle più recenti riforme.

La Procedura Unificata di Separazione e Divorzio: Una Svolta

Prima di ottenere il divorzio, la legge italiana prevede un periodo di separazione legale. Tuttavia, la Riforma Cartabia ha introdotto una significativa innovazione procedurale: il ricorso unico per separazione e divorzio.

Questa novità non elimina l’istituto della separazione, ma lo ingloba in un unico procedimento giudiziario, con l’obiettivo di ridurre notevolmente i tempi complessivi. Il Giudice emette prima la sentenza di separazione e, una volta decorsi i termini di legge – sei mesi per la separazione consensuale o dodici mesi per quella giudiziale – pronuncia la sentenza di divorzio all’interno dello stesso fascicolo processuale.

Un ulteriore vantaggio introdotto dalla riforma è la celerità dell’avvio: la prima udienza viene fissata entro novanta giorni dal deposito del ricorso.

L’Iter del Divorzio Giudiziale: Step by Step

  1. Deposito del Ricorso: Il procedimento ha inizio con il deposito in Tribunale di un ricorso da parte di un coniuge, obbligatoriamente assistito da un avvocato del diritto di famiglia. L’atto deve contenere non solo le richieste specifiche (assegno divorzile, affido figli, casa familiare), ma anche una documentazione economico-patrimoniale dettagliata degli ultimi tre anni (dichiarazioni dei redditi, estratti conto, titolarità di beni).
  2. Notifica e Comparsa di Risposta: Il ricorso viene notificato all’altro coniuge, che ha la facoltà di costituirsi in giudizio depositando una comparsa di risposta.
  3. Prima Udienza e Provvedimenti Provvisori: In questa fase, il Giudice tenta la conciliazione tra le parti. In caso di fallimento, adotta i provvedimenti provvisori e urgenti per regolare le questioni più immediate (es. contributo per il mantenimento dei figli, assegnazione temporanea della casa). È inoltre possibile richiedere una sentenza non definitiva che dichiari subito lo scioglimento del vincolo matrimoniale.
  4. Fase Istruttoria: Questa fase è dedicata all’assunzione delle prove, come testimonianze o consulenze tecniche d’ufficio (CTU). Una novità rilevante conferisce al Giudice il potere di disporre d’ufficio indagini patrimoniali tramite la polizia tributaria per accertare la reale situazione economica delle parti.
  5. Sentenza Definitiva: Al termine dell’istruttoria, il Tribunale emette la sentenza definitiva di divorzio, che regola in via permanente tutti gli aspetti della dissoluzione del matrimonio.

Affidamento dei Figli: la Centralità del Minore

Il principio cardine che guida il Giudice nelle decisioni sull’affidamento è sempre l’affidamento condiviso. L’obiettivo è garantire al minore un rapporto continuativo, stabile ed equilibrato con entrambi i genitori.

L’affidamento esclusivo costituisce una misura eccezionale, disposta solo in presenza di gravi motivi (come condotte pregiudizievoli) che possano minacciare il benessere psicofisico del figlio. In casi di particolare complessità, il Giudice può avvalersi del supporto di un consulente tecnico, come uno psicologo infantile, per individuare la soluzione più idonea.

Aspetti Economici: Casa Familiare, Assegno di Mantenimento e Divorzile

  • Casa Familiare: L’assegnazione della casa coniugale è strettamente legata alla tutela dei figli minori e viene normalmente disposta a favore del genitore collocatario (presso il quale il minore risiede prevalentemente).
  • Assegno di Mantenimento per i Figli: Il mantenimento della prole è un dovere inderogabile di entrambi i genitori, calcolato in proporzione alle rispettive capacità economiche e tenendo conto, secondo gli ultimi orientamenti, anche della qualità del tempo trascorso con ciascuno.
  • Assegno Divorzile: Spetta al coniuge economicamente più debole e viene stabilito valutando una serie di fattori, tra cui la durata del matrimonio, le condizioni economiche delle parti e il contributo dato alla vita familiare. La corresponsione in un’unica soluzione (unica tantum) è ammessa solo nelle procedure consensuali.

Impugnazioni e Modifiche Successive

Tutte le decisioni del Tribunale – sia i provvedimenti provvisori sia la sentenza definitiva – sono impugnabili. È possibile:

  • Proporre reclamo contro i provvedimenti urgenti.
  • Impugnare la sentenza davanti alla Corte d’Appello.
  • Ricorrere per motivi di legittimità alla Corte di Cassazione.

Le condizioni di divorzio (come l’importo degli assegni) non sono immutabili: possono essere modificate in sede di revisione qualora intervengano sostanziali mutamenti nelle circostanze di fatto.

FAQ – Domande Frequenti sul Divorzio Giudiziale

Ecco le risposte ad alcune delle domande più comuni che ci vengono poste sul divorzio giudiziale.

1) Quali documenti servono per avviare un divorzio giudiziale?
  • Oltre al ricorso, è obbligatorio allegare una documentazione dettagliata che includa:
  • Dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni
  • Estratti conto e movimenti bancari
  • Documentazione relativa alla titolarità di beni mobili e immobili (auto, case, investimenti)
  • Eventuale sentenza di separazione o accordi precedenti
2) Quanto dura mediamente un divorzio giudiziale?

Con la procedura unificata, i tempi si sono ridotti. Dalla prima udienza, occorrono:

  • Almeno 6 mesi se si era in separazione consensuale.
  • Almeno 12 mesi se si era in separazione giudiziale.
  • A questi vanno aggiunti i tempi per l’emissione della sentenza dopo la scadenza dei termini.
3) Qual è la differenza tra assegno di mantenimento e assegno divorzile?

Sono due istituti distinti:

  • Assegno di mantenimento per i figli: È un obbligo di entrambi i genitori, proporzionale al proprio reddito, per garantire il sostentamento dei figli minori.
  • Assegno divorzile: È un contributo a favore del coniuge economicamente più debole, stabilito in base a vari fattori come il tenore di vita durante il matrimonio e la durata dello stesso.
4) È possibile modificare le condizioni del divorzio in futuro?

Sì. Le condizioni economiche (come gli assegni) possono essere riviste dal Tribunale in caso di sostanziali cambiamenti nelle circostanze, come un aumento o una perdita significativa del reddito.

5) Cosa decide il giudice se non c’è accordo sull’affidamento dei figli?

Il principio guida è sempre l’affidamento condiviso. Se i genitori non trovano un accordo, il giudice stabilirà le modalità di esercizio della responsabilità genitoriale, tenendo conto delle esigenze del minore. In casi di forte conflittualità, può avvalersi di un CTU (consulente tecnico d’ufficio), spesso uno psicologo, per avere un parere specialistico sull’interesse del figlio.

Perché Affidarsi allo Studio Legale Olivieri

Affrontare un divorzio giudiziale richiede non solo competenze tecniche specialistiche, ma spesso anche un approccio multidisciplinare.

Lo Studio Legale Olivieri offre un’assistenza legale completa e strategica in ogni fase del procedimento. Il nostro team fornisce:

  • Consulenza qualificata in diritto di famiglia.
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Articolo a cura dell’Avv. Valerio Olivieri
Studio Legale Olivieri – Diritto di Famiglia
www.olivieristudiolegale.it

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